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al testo di Bianca Mannu
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Era … è …
Il a été l’enfant gâté … di poeti letterati folli e anacoreti … Era questo un silenzio di maniera e d’ozio un silenzio ad orari per sit-in letterari - era discreta interruzione allo stress del partitone - era un dopo differito al parlare già gualcito. Era. A notte era fondo - era banale ma del domani nauseabondo livido onorava il capezzale d’uno stanco giramondo.
È. Maligno - denso. Silenzio nero genuflesso già calcificato nel suo vizio di colmare ogni interstizio nella carne d’uno spazio ripiegato in quest’adesso che sta malato e circonflesso … Silenzio umido e ratto - clandestino sul selciato - rotola con la vedovanza della sera - scivola sulla negletta fioriera e preme sulla triste atmosfera d’una più mesta piazza dove vortica e muta e impazza per qualche secondo eterno la voce disperata dell’inferno.
Prolifica. Altri silenzi piovono ansanti sulle teste dei rari passanti Alcuni aguzzi t’assaltano avversi negli angoli bui dei giorni persi - pochi dispersi in rabbiosi digiuni ne ignorano altri sotto i pleniluni. Quelli ansanti arrivano - enti vivi - col trambusto dei tripudi festivi: ma sono ricordi di giovani dolenti smanie iniziali di nuovi adolescenti … Per timore certi silenzi bisbiglianti strisciano nei cervelli dei pensanti: sono silenzi che tornano spettrali filtrando dentro da muti davanzali.
Memento. Battono le suole silenzi raggelati sopra il pallore degli ammalati Attoniti silenzi sulle bocche a museruola - doline di carne derubate di parola - - silenzi rappresi sugli usci abbandonati - silenzi all’addiaccio come cani appestati - silenzi custoditi nell’animo scavato - silenzio affilato - silenzio deturpato - - silenzio a silenzi ammonticchiato - - silenzi a silenzio agglutinati in grigie pietre senza giusto pianto Silenzio d’oggi, d’ieri e l’altro ieri per stingersi straniato in mille cimiteri.
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